L'Italia del riutilizzo: verso un decreto legge
Il titolo sembrerà forse ottimistico, ma il clima cordiale e costruttivo che si percepito ieri al convegno "L'Italia del riutilizzo: verso un consumo efficiente delle risorse", sembrava dar adito ad una svolta epocale per il settore dell'usato.
Il convegno è stato organizzato con la collaborazione tra Federambiente, Legambiente, Rete Onu e Occhio del Riciclone, presso l'hotel Nazionale di piazza di Montecitorio a Roma.
Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambente ha ottimamente moderato un interessante dibattito con professionalità e rispetto dei tempi.
Per rendere marginale lo smaltimento dei rifiuti – ha affermato Stefano Ciafani – è necessario rendere conveniente anche economicamente la prevenzione dei rifiuti grazie a una vera tariffazione puntuale. Ma è altrettanto importante promuovere tutte le azioni che grazie alla preparazione al riutilizzo e al riuso possono permettere di rimettere in circolazione dei beni che con piccoli aggiustamenti possono allungare il loro ciclo di vita e allontanare nel tempo il momento in cui diventeranno rifiuti. Serve mettere a sistema tutte le esperienze nate in questi anni nel nostro paese e fare un 'pacchetto di mischia' che spinga il legislatore nazionale e regionale a garantire un percorso semplificato a queste attività che da una parte riducono la produzione dei rifiuti e dall'altra alimentano economie sociali.
Secondo un sondaggio della Direzione Europea dell'Ambiente i 2/3 degli europei ritiene che il proprio paese produca troppi rifiuti e quasi la totalità degli inglesi, danesi e svedesi interpellati ritiene che il principale modo di ridurre questi rifiuti sia donare o vendere i beni perché siano riutilizzati.
I presenti hanno quindi preso atto che la gerarchia dei rifiuti non parte dalla gestione degli stessi ma ha come priorità quella della prevenzione, che evita che si possano generare nuovi rifiuti. E il ruolo centrale, per tale prevenzione, è proprio degli operatori dell'usato.
Ho gradito particolarmente il fatto che i presenti in sala erano tutti infatti allineati alla necessità di colmare il ritardo legislativo, per il settore dell'usato nel nostro paese, al solito fanalino di cosa rispetto agli altri paesi europei.
Augusto Lacala, presidente di Rete Onu, ha fatto leva sulla necessità che tutti gli attori collaborino al fine di trovare delle soluzioni comuni e condivise perché, in primis, si stanno perdendo delle opportunità e sollecita il Ministero dell'ambiente, che parla di estrema attenzione sulla questione ma anche di cautela, a non perdere questo momento che storicamente é il piú favorevole.
Gianfranco Bongiovanni, nel suo speech particolarmente puntuale, ha quindi presentato il Rapporto nazionale sul riutilizzo 2014, uno spaccato aggiornato del mondo dell'usato, cogliendo l'occasione per fare il punto sulla lacunosa legislazione attuale e ricordando, punto per punto, quali sono le necessitá di intervento legislativo, relative al settore dell'usato.
Concetti che ha poi ripreso Antonio Conti, portavoce di Rete Onu, con un accorato appello affinché le realtá che operano nel mondo dell'usato non rimangano ancora in un cono d'ombra legislativo: perché normare il mondo dell'usato, oltre ai benefici dal punto di vista economico e sociale, garantisce nuovi posti di lavoro, per un settore che é uno dei pochi in crescita.
Antonio ha poi portati esempi concreti di sprechi causati da una normativa obsoleta e di pratiche virtuose da parte di altri paesi europei, sia in merito allo stato di end of waste - ovvero il momento in cui un rifiuto viene ri-considerato bene, sia relativamente alla responsabilitá estesa del produttore che, in Francia ad esempio, garantisce già risorse economiche e posti di lavoro.
Ricordo che un bene, qualunque esso sia, nel momento in cui varca la soglia della stazione ecologica, deve essere smaltito e, seppur in ottimo stato e quindi riutilizzabile, non puó piú, con la normativa attuale, essere reimmesso sul mercato.
Favorevoli gli interventi di Stefano Vignaroli, vice presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, che ha esposto alcuni legittimi dubbi, circostanziati, sulla proposta legislativa avanzata da Rete Onu, ma che ha dato la sua piú ampia disponibilità a portarla in discussione e di Estella Marino, assessore del Comune di Roma che ha focalizzato l'importanza di un riordino legislativo nazionale, affinché anche i Comuni possano fare la loro parte, garantendo ampia disponibilità da parte del comune di Roma.
Filippo Brandolini, presidente di Federambiente ha quindi concluso il convegno affermando che é necessaria una visione d'insieme e gerarchica nella gestione dei rifiuti, dove la prevenzione e quindi l'usato é la base della piramide, ribadendo la necessità di un riordino legislativo ed infine sostenendo gli ambiti dell'usato come, a tutti gli effetti, green jobs che possono garantire tutela ambientale, coesione sociale laddove possano anche reggere dal punto di vista economico.
A pranzo, con parte del direttivo di Rete Onu, ho poi avuto modo di relazionare l'analisi che ho eseguito con Pietro Luppi, in merito alla questione Atecofin e Tari e per la quale stabiliremo presto la strategia più opportuna, da adottare nelle opportune sedi.
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