Reperire oggetti usati e saperli valutare
Una della maggiori preoccupazioni di chi apre un mercatino dell'usato è quella di reperire la merce da vendere.
In realtà non è difficile, le nostre case sono strapiene di superfluo e di oggetti in ottime condizioni e molte persone non attendono altro che un sistema efficace per liberarsene.
Il sistema proposto dal mercatino dell'usato è veramente comodo ed efficace, in effetti la chiave per reperire merce da vendere sta nella promozione dell'attività e nella comunicazione del sistema.
In effetti, la presunta difficoltà a reperire oggetti, per la mia esperienza, è sempre smentita: la mia azienda non è mai intervenuta per sopperire ad una carenza di prodotto a meno che il nuovo negozio non pecchi in termini di comunicazione e di promozione.
E' importante comprendere che il mercatino dell'usato si basa su dinamiche che sono le medesime di qualsiasi attività commerciale con la sola distinzione che esistono due tipologie di clienti: i venditori e gli acquirenti e con i quali è necessario comunicare in modo diverso.
In fase di apertura, durante l'installazione degli allestimenti destinati ad esporre le merci, è indispensabile iniziare le attività di comunicazione finalizzate al reperimento della merce. Va chiarito che il negozio deve partire completamente vuoto (o quasi) e che i primi 30 giorni saranno strategici per creare l'assortimento del negozio.
Partire con un negozio pieno di merce acquistata, magari nuova, oltre ad un esborso economico aggiuntivo, rischia di dare un immagine sbagliata del punto vendita. Il primo "imprinting" determinerà in larga misura la tipologia dei clienti e di conseguenza il successo o meno del negozio. Un negozio vuoto stimolerà maggiormente il coinvolgimento dei clienti che saranno motivati a contribuire all'esposizione con i propri oggetti non più utilizzati.
In fase iniziale consiglio la distribuzione in cassetta di un certo numero di volantini, almeno 30.000, che pubblicizzino la nascita del negozio e che informino sulla possibilità di portare in vendita gli oggetti che non si usano più, guadagnando denaro in contanti.
I clienti inizieranno a telefonare, o a contattarvi a mezzo internet, per ottenere informazioni e faranno la spola in negozio per portare le loro cose. Molti clienti chiederanno l'intervento di un addetto per valutare, a casa loro, gli oggetti ingombranti. In questa fase è importante aver già organizzato gli spazi del negozio ed essere organizzati con trasporti e valutazioni esterne.
In questo periodo è necessario fare i conti con l'ansia da negozio vuoto. La necessità di avere prodotto da vendere porta gli addetti del negozio a prendere un po' di tutto , senza applicare una rigida selezione alla qualità del prodotto. Questo è di solito il primo e più grave errore. Esponendo oggetti di bassa qualità si richiameranno clienti che avranno la falsa aspettativa di guadagnare, portando oggetti di scarsa qualità: in genere le persone portano quello che vedono esposto. Poi, quando questo tipo di oggetti non si venderanno, inizieranno le incomprensioni con i clienti venditori e si faranno i conti con le false aspettativa di vendite che avevate in qualche modo garantito.
Raddrizzare il tiro, in questa fase, è veramente molto difficile. Il rischio è quello di aver investito in comunicazione ma di aver sbagliato bersaglio: la gente parla e quello che dice è molto più autorevole della vostra pubblicità.
Se non si vuole correre il rischio di compromettere lo startup è quindi necessario lavorare su una selezione estrema del prodotto: non è difficile reperire la merce, la cosa difficile è selezionarla. Vanno caricati solo prodotti rigorosamente puliti e funzionanti, abbigliamento lavato, stirato, di stagione e alla moda, oggettistica in perfetto stato. In questa fase ci si gioca il futuro. Ripeto spesso, a chi si affilia ai nostri network, che la cosa più difficile di questa attività è quella di "saper dire di no" alle persone. Molti non vedono l'ora di liberarsi del loro ciarpame e l'opportunità di portare tutto al mercatino dell'usato è molto allettante. Se siete dei professionisti saprete valorizzare ciò che si può vendere, scartando l'invendibile.
La valutazione degli articoli da prendere in carico, in un mercatino dell'usato, è uno degli aspetti più soggettivi della gestione dell'agenzia; il prezzo degli oggetti deve essere comunque il più alto possibile, pur rimanendo nei limiti della convenienza. Da tener presente è sicuramente il rapporto tra la vendibilità e la qualità dell'oggetto che determina il prezzo più appropriato.
La qualità viene influenzata dal materiale e dallo stato di conservazione ed efficienza dell'oggetto, mentre la vendibilità viene determinata dalla domanda del pubblico per quel determinato articolo. L'età influisce negativamente sul valore dell'articolo, fino al punto in cui lo stesso da vecchio non diventa "antico"; da quel momento in poi l'oggetto ricomincia ad acquistare valore se persistono i criteri di qualità ed il buono stato di conservazione.
La valutazione qualitativa della merce richiede sempre un esame approfondito della stessa. Non ci si deve lasciare influenzare dagli elogi che il proprietario fa alla propria merce: il valore affettivo non è rivendibile!
Imprenditori dell'usato
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