Assemblea Rete ONU e documento introduttivo alla legge
Nell'interessante cornice della sede di Officine Zero, dove erano insediate le officine ex-RSI, dedicate alla manutenzione dei Treni Notte, occupate, fallite e riaperte il 1° giungo 2013 in autogestione, per dare nuove prospettive all'occupazione in atto, si è tenuta l'assemblea nazionale di Rete ONU, durante la quale è stata presentata la bozza di riordino legislativo per il modo dell'usato.
Sono trascorsi oltre tre anni dagli Stati Generali dell'Usato che hanno dato il via al progetto, seguiti da oltre un anno di lavoro per elaborare una proposta condivisa tra i comparti del mondo dell'usato.
Una proposta di legge composta da 15 articoli per circa una decina di cartelle A4.
Quale parte attiva nella redazione della legge è stato per me motivo di grande orgoglio presentarla sinteticamente a tutti gli associati.
Partendo dalla constatazione di un quadro legislativo debole, obsoleto e farraginoso, spesso preso in prestito da altre attività e soggetto ad arbitrarie interpretazioni, la proposta coglie l'esigenza di costruire delle precise regole che possano determinare lo sviluppo e il conseguimento delle potenzialità offerte da questo importante settore, non solo per le migliaia di operatori ma anche e soprattutto per la nostra società.
La discussione tra i vari comparti di Rete Onu, concretizzata con la proposta legislativa attuale è partita dalle innovazioni legislative e dalle raccomandazioni provenienti dagli articolati legislativi comunitari, che in campo ambientale conferiscono al riuso una funzione sociale determinante.
La proposta parte dalla necessità di riconoscere la figura dell'operatore dell'usato, nelle sue diverse declinazioni, all'interno di un settore ben determinato, al fine di circoscrivere in maniera chiara e definita i soggetti su cui vanno a ricadere i provvedimenti in materia fiscale, commerciale, urbanistica, ambientale che sono oggetto del provvedimento legislativo
Il secondo punto dell'articolato istituisce il Consorzio Nazionale del Riuso al quale vengono conferiti compiti d'indirizzo e negoziazione, allo scopo di assicurare la massima efficienza alla funzione ambientale che è attribuita al riuso.
Le modifiche alla disciplina del commercio rappresentano il terzo importante punto della proposta, per un riordino normativo volto a:
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determinare le condizioni per un corretto profilo dell'attività effettivamente svolta, per poi applicare una raccolta fiscale congrua e puntuale;
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costruire piattaforme d'emersione per quella parte di operatori attualmente attivi nell'informalità del sommerso (una stima di Rete ONU vede, sui circa 50.000 operatori attivi informalmente sul territorio nazionale, almeno 30.000 soggetti in grado, per condizione, capacità organizzativa e volume di scambi, di accedere a una piattaforma d'emersione così congegnata);
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dare strumenti efficaci, circoscritti e corretti alla funzione di inclusione sociale che il settore dell'usato storicamente assolve;
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costruire un sistema di autorizzazione alla creazione di mercati specifici per il settore dell'usato.
Gli aspetti ambientali del riordino normativo, affrontati nel quarto punto della proposta, sono quelli che più riflettono la grande attenzione che Rete ONU mostra verso il livello comunitario della produzione normativa. La bozza di riordino ricalca i concetti espressi con la direttiva europea 2008/98, recepita dall'Italia con il decreto 205 del 3 dicembre 2010, che introduce una chiara definizione di riutilizzo.
La funzione ambientale che viene assolta dall'attività degli operatori dell'usato è la leva principale attraverso la quale vengono avanzate importanti proposte di ordine fiscale e sull'insediabilità urbanistica delle attività del nostro settore, analizzate nel quinto punto dell'articolato. La presenza, sul territorio, di soggetti in grado di assicurare, in maniera fissa e continuativa, il proprio apporto ambientale (è stato calcolato che mediamente un singolo negozio dell’usato, di medie dimensioni, contribuisca a distogliere dalla discarica e dalle relative lavorazioni inquinanti, l’equivalente di circa 100 tonnellate di materiale ogni anno), si ritiene debba essere incoraggiata e supportata (agevolata) anche mediante l’applicazione di misure fiscali adeguate ed eque.
L'equilibrio della proposta, che da concetti di crescita senza inquinare e di creazione di nuovi posti di lavoro arriva addirittura a coniugare l'interesse privato con il perseguimento del bene comune, ha ricevuto il plauso di RReuse, presente all'assemblea di Rete Onu, con una propria delegazione, arrivata direttamente da Bruxelles.
Oggi iniziamo un nuovo percorso strategico per avviare un iter parlamentare di discussione della legge, affiancato ad un'importante trattativa con Ministeri e Governo, intervenendo direttamente anche in sede europea per poter essere presenti ai tavoli di Bruxelles e portare il nostro contributo nelle sedi di discussioni delle direttive comunitarie.
Un percorso sicuramente entusiasmante!
Documento Introduttivo Legge di Riordino
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